Ferruccio Fanciullacci, pratese dei fanciullacci, detto dè cenciaioli. Si narra che la notte del 3 settembre 1944, giorno in cui fece il suo debutto sul difficile palcoscenico della vita, una luce poderosa, del tutto simile a quella cometa di Betlemme, illuminò per alcuni istanti la casa della sua blasonata famiglia, lasciando quindi un pulviscolo giallo, a guisa di lira, nel cielo blu di fine estate.
All’età di due anni il giovanissimo Fanciullacci si esprime con il linguaggio appropriato,
talvolta forbito.
Già all’asilo eccelle nelle materie umanistiche.
I miei libri
I RAGAZZI DELL’ATLETICA WORMS
di Ferruccio Fanciullacci e Davide Venturi
Domenica sera, turno di chiusura. Ma solo per i clienti, perché il tavolo sistemato a un paio di passi dal pianoforte è apparecchiato di tutto punto: quattro coperti, una bottiglia di prosecco infilata nel secchiello ricolmo di ghiaccio e una di sangiovese già stappata. Oggi è il suo sessantesimo compleanno e il ristorante, oltre a osservare il suo turno di riposo, è chiuso per ferie…
Cosa accadrebbe se chiudendo gli occhi si potesse varcare la soglia del Paradiso? Sarebbe come lo si immagina? Forse si resterebbe meravigliati e al tempo stesso delusi come Mario, il protagonista di questa storia. L’autore restituisce un paesaggio surreale in cui i giardini incantati dell’aldilà cedono il posto a discariche a cielo aperto, San Pietro sembra un “impiegato del catasto” e gli angeli non sono candidi esseri asessuati dai boccoli biondi e gli occhi blu. E Gesù è solo un figlio che non ha ancora fatto pace col papà…
Era una mattina del 1903 e nel piccolo appartamento della famiglia Fanciullacci la confusione regnava sovrana. Quel giorno Donatello, che aveva lasciato la natìa Prato alla fine del secolo per tentare la fortuna come cameriere a Bologna, stava cercando febbrilmente la copia del contratto d’acquisto che aveva sottoscritto due settimane prima, rilevando i muri di un locale destinato a diventare uno dei ristoranti più gloriosi e longevi della città…
Ferruccio Fanciullacci, pratese dei fanciullacci, detto dè cenciaioli. Si narra che la notte del 3 settembre 1944, giorno in cui fece il suo debutto sul difficile palcoscenico della vita, una luce poderosa, del tutto simile a quella cometa di Betlemme, illuminò per alcuni istanti la casa della sua blasonata famiglia, lasciando quindi un pulviscolo giallo, a guisa di lira, nel cielo blu di fine estate.
Per tre anni frequenta la scuola del grande pubblicista Sepo, quindi prende le distanze dalle arti figurative e filosofiche per mettersi in luce nel canto, fino a diventare leader vocale dei VERDONI MANGIASASSI. Diventa addirittura compositore e raggiunge il meritato successo con due pezzi entrati a pieno titolo nella tradizione musicale italiana: LA BALLATA DEL LEBBROSO e VECCHIA MONDANA.
Ma non è ancora sazio, il suo spirito artistico lo spinge verso nuovi orrizzonti, lo induce a entrare nel mondo della celluloide. Diventa cineasta firmando due pietre miliari del grande schermo:IL SIGNORE DEGLI ESERCITI e SISMA, UNA DISASTRO DI SUCCESSO, pellicole nelle quali estrinseca anche le sue doti di attore.
Devastato dall’affaticamento intellettuale, decide ancora giovanissimo, che è giunto il momento di modellare il suo corpo: diventando una stella della cultura fisica di quartiere, finendo persino sui libri dedicati all’argomento.